Gravida
- roliimorw1
- 29 ago 2023
- Tempo di lettura: 2 min
La febbre mi ha costretto a letto quando ho scoperto di essere incinta. Non sapevo a quante settimane fossi, come stesse il feto, non sapevo se avesse già un sesso, non sapevo neanche se fosse ancora vivo. Avevo la tremenda sensazione che fosse morto. In molti sogni che ho fatto in quel periodo lo era. In altri lo ero io. Mi svegliavo e guardavo la mia pancia, sperando fosse tutto un incubo, ma era ancora lì, gonfia, sporgente, con un verme che mi strisciava dentro, tra la vescica e il retto. Il mondo era improvvisamente in silenzio, l’unico suono era quello di una mosca che ronzava per la stanza fino al giorno che per caso sono riuscita ad afferrarla, e ha continuato a volare nel pugno della mia salma inconscia finché non ha finito le forze o l’ossigeno. Non riuscivo a sentire alcun odore, e sapevo di puzzare perché non riuscivo ad alzarmi dal letto senza crollarvi sopra dopo pochi minuti. Quando mi veniva da vomitare usavo il cassetto del comodino, mi reggevo i capelli da sola e mi asciugavo la bocca con l’angolo del lenzuolo, prima di affrontare le vampate di sudore freddo. Sentivo solo un gusto di marcio che trasformava il mio grembo in un cimitero. Leccavo le lacrime sul cuscino per i pochi secondi di gusto che la soluzione salina mi concedeva. Mi svegliavo con le lenzuola bagnate temendo fosse sangue, ma era solo la paura che mi rendeva incontinente. Mangiavo qualsiasi cosa riuscissi ad afferrare dalla busta della spesa sul pavimento sottostante al letto, che fosse cruda o cotta, che mi sporcasse le dita o cospargesse le coperte di briciole, non mi importava. Era questione di sopravvivere e salvare, oppure morire e uccidere. Qualsiasi scelta decidessi di fare, dovevo decidere due volte. Dormivo il doppio delle ore che mi servivano. Non potevo andare da nessuna parte. Non ero abbastanza grave da finire in ospedale, ero solo malata due volte.
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